]STORIA DEI TEMPLARI[

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orakolo
view post Posted on 25/5/2009, 08:11




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CITAZIONE
I Templari erano un Ordine Cavalleresco Monastico che segnò la storia Medioevale, influenzando moltissimo la cultura del tempo e lasciando delle tracce indelebili.
Nacquero con lo scopo di proteggere i pellegrini in TerraSanta (ma non solo!), ma il loro ideale era dei più tolleranti, non volevano cacciare i musulmani da Gerusalemme e dagli altri territori sacri ad entrambe le religioni, ma volevano una convivenza pacifica tra le due culture ed in generale tra tutte le culture del Mediterraneo (i musulmani invece non furono mai dello stesso parere); era l’ideale Giano Bifronte (Due volti una stessa testa, come dire due religioni uno stesso Luogo Santo) che poi fu erroneamente considerata idolatria nelle accuse rivolte contro di loro nel famoso processo dei primi anni del 1300, e si trasformò secoli più tardi in Baphomet, o Bafometto, che è una vera e propria invenzione, una favoletta per macchiare ulteriormente la memoria Templare. Niente è più falso, i Templari erano assolutamente dediti al Cristianesimo ed alla Chiesa a cui rimasero fedeli fino alla fine, anche quando li tradì sotto le pressioni di un Re avido ed ingiusto.

SPOILER (click to view)
Le origini dei Templari si possono capire solo se si va a guardare la storia della prima Crociata guidata dal famosissimo Goffredo di Buglione.

All'appello di papa Urbano II al concilio di Clermont (1095) per la 'guerra all'infedele', risposero in tanti, da ogni regione e di qualsiasi ceto sociale; pellegrini, povera gente, contadini, commercianti, principi e nobili cavalieri. La “Crociata dei Baroni” riuscì ad arrivare in TerraSanta e a liberare Gerusalemme, senza nessun tipo di interesse economico!!! A dimostrazione di questo si può guardare la condotta di Goffredo di Buglione dopo la conquista: sarebbe potuto diventare Re di Gerusalemme, (era lui a capo della Crociata, non sarebbe stato strano) ma rifiutò la carica, volendo essere soltanto “Difensore del Santo Sepolcro” e lasciando il governo della regione a Baldovino… mai visto ideali più puri.

Comunque, una volta riconquistata Gerusalemme, i Crociati, visto che non erano un esercito regolare, ma solo Cristiani che difendevano il loro diritto di andare a pregare in TerraSanta, per la maggiorparte tornarono in Europa, alle loro case e alle loro famiglie, lasciando così Gerusalemme quasi senza protezione. Proprio in questo momento entrano in gioco i Templari. Hugues de Payns (NON Ugo da Pagani di vicino Salerno, come qualcuno erroneamente dice!!!), insieme ad altri otto cavalieri (Bysol de Saint Omer, Andrè de Montbard zio di San Bernardo di Chiaravalle, Archambaud de Saint Aignan, Gondemar, Rossal, Jacques de Montignac, Philippe de Bordeaux e Nivar de Montdidier) partono dalla Francia per andare in TerraSanta con lo scopo di difendere i pellegrini dagli attacchi delle bande dei musulmani… venivano chiamati inizialmente i “Poveri Cavalieri di Cristo” ed erano un Ordine contemporaneamente monastico e guerriero. Questa fu un’idea veramente rivoluzionaria per quel tempo! Scavalcò la tradizionale divisione sociale formata da: Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano), e Laboratores (coloro che lavoravano).

I monaci cosiddetti tradizionali pronunciavano tre voti, ossia obbedienza, povertà e castità: i Templari, oltre a questi tre voti, ne pronunciavano anche un quarto, cioè lo "stare in armi", quindi il combattimento armato. Erano, come ho già detto, dei veri e propri monaci guerrieri.

Questi nove Cavalieri si presentarono nell’anno Domini 1118 al Re di Gerusalemme Baldovino II mettendosi a disposizione per la protezione dei pellegrini ed il pattugliamento delle strade a Gerusalemme e dintorni. Qui sorgerebbero delle critiche e cioè: come avrebbero potuto difendere i pellegrini in nove? Un numero così esiguo non poteva eventualmente far fronte ad un assalto da parte di una banda di predoni di cento persone! Ebbene, io rispondo che il loro era un ideale, un’idea, offrivano i loro servizi per uno scopo senza pretendere troppo… mi vengono in mente due frasi famose e cioè: “Roma non fu costruita in un giorno” e “E’ sempre così che comincia tutto, dal molto piccolo”…

Questi cavalieri, a differenza di tanti altri, non si presentarono al re vestiti in maniera sfarzosa, con i mantelli pieni di colori e con le gualdrappe dei loro cavalli pieni di frange dorate e multicolori, ma erano coperti da un semplice mantello bianco senza nessun altro fregio o armatura splendente. Hugues de Payns sostenne, davanti al re, che non erano le vesti che facevano i buoni e coraggiosi cavalieri, ma il cuore, l’onore e il valore, il che non mi sembra troppo sbagliato, in più si unisce bene alle idee Cristiane di povertà…

Dopo averli ascoltati, Baldovino II concesse loro come quartier generale un'ala del monastero fortificato di Nostra Signora di Sion, accanto a quello che era stato il Tempio di Salomone. I cavalieri cominciarono così a pattugliare le strade come promesso al re, il quale fu entusiasta del loro operato. Dopo poco tempo, il numero dei cavalieri aumentò, cosicché dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Gerusalemme", e furono più semplicemente riconosciuti come "Templari".

Questo primo periodo di storia Templare è contrassegnata dalle grandi difficoltà incontrate, sia dal punto di vista militare (erano relativamente pochi!) sia dal punto di vista economico. Furono proprio questi i motivi che spinsero Hugues de Payns a tornare in Francia nel 1127 per cercare rinforzi morali ed economici. Proprio in questo momento c’è la svolta decisiva dell’Ordine del Tempio: Hugues de Payns arriva a Troyes dopo aver incontrato a Roma il Papa Onorio II.

Bisognava ammettere che la creazione della nuovo milizia non aveva precedenti nella storia cristiana e anche il papa stesso non sapeva esattamente come comportarsi. Certo, i Templari non furono i primi monaci con altre finalità oltre la preghiera e la meditazione, i Cavalieri di San Giovanni (conosciuti anche come Ospitalieri o Gerosolimitani) già esistevano, ma non avevano il voto delle armi, si preoccupavano soprattutto della cura dei feriti e degli invalidi.

I Templari però furono un esempio, un nuovo modo di interpretare la vita monastica e vennero “copiati” anche da altri ordini come quello di San Giovanni che oltre alla cura dei malati imbracciarono le armi, per non parlare dei Teutonici, che copiarono sia la Regola Templare, si la divisa! Invece di una croce rossa avevano però una croce nera, un classico esempio di plagio. Per questo motivo, tra l’altro, ci furono anche sanguinosi scontri tra i due ordini per motivi di orgoglio, scontri che solo il Papa riusciva a sedare. Lo stesso dicasi per gli altri Ordini Cavallereschi, soprattutto quelli della Penisola Iberica.

Era necessario quindi trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una Regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un caso se da questo momento entra nelle vicende Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle, diventato poi Santo. Fu proprio nel Concilio di Troyes che venne presentata la Regola e l’Ordine. Oltre al Papa Onorio II ed allo stesso Bernardo, erano presenti anche gli arcivescovi di Reims, Sens, Chartres, Amiens e Tolosa, oltre ai vescovi di Auxerre, Troyes e Payns. Tutti gli Statuti dell'Ordine furono approvati e la Regola Templare in blocco fu sottoscritta da tutti e vi fu apposto il sigillo papale, mentre Hugues di Payns, anch'egli presente al Concilio, venne nominato Gran Maestro dell'Ordine.

A Troyes poi i Templari adottarono un motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome sia gloria". Anche qui c’è poco da aggiungere, è facile immaginare come un simile motto possa accendere gli animi di tutta Europa.
Bernardo trasmise ai cavalieri la devozione a Maria e il grande rispetto per la donna, la Regola infatti cita: “Maria presiedette al principio del nostro Ordine, ne presieda anche, se questa sarà la volontà del Signore, la fine”. Ancora l’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay, sul rogo, pregò i suoi carnefici di legarlo con il viso rivolto verso Notre Dame.

C’è da dire che Bernardo di Chiaravalle fondò fra l’altro l’Ordine Monastico dei Cistercensi, i quali furono quindi d’esempio per i Templari ed avevano ed hanno molti punti in comune con loro(tranne per il voto delle armi!).

La Regola Templare era formata da 72 articoli ed era durissima. Veniva vietato qualsiasi contatto con le donne (non si poteva baciare neanche la madre, ma bisognava salutarla compostamente chinando il capo), non si poteva andare a caccia, erano banditi il gioco dei dadi e delle carte, aboliti mimi, giocolieri e tutto ciò che è divertimento, non si poteva ridere scompostamente, parlare troppo o urlare senza motivo, i capelli andavano corti o rasi, in inverno la sveglia era alle 4 del mattino, in estate alle 2, bisognava dormire “in armi” per essere sempre pronto alla battaglia "...il demonio colpisce di giorno e di notte, quindi che si difenda il Sacro Sepolcro dall'alba all'alba successiva sempre in armi..."…eccetera. C’erano regole anche sul modo di mangiare e sul modo di vestirsi. Bisognava veramente avere una sincera vocazione per sottomettersi a tali ferree regole!

Dopo questa approvazione ecclesiastica ufficiale, la fama dell'Ordine del Tempio crebbe rapidamente ed in modo vertiginoso, con essa crescendo anche la potenza e la ricchezza dell'Ordine stesso, che ricevette elargizioni e donazioni spontanee praticamente da ogni strato sociale. Difatti ogni elargizione e/o donazione veniva usata per il finanziamento della campagna di guerra in TerraSanta, e tutti, pur non partecipando direttamente alla guerra, potevano però dare il loro contributo: in pratica, donare ai Templari significava contribuire materialmente alla liberazione dei "Possessi di Dio" come veniva chiamata spesso la TerraSanta. L'Ordine crebbe anche in prestigio, tanto che i cadetti delle famiglie nobili facevano a gara per entrare nell'Ordine, sia per la loro sistemazione (non essendo i primogeniti avevano ben pochi diritti in famiglia) sia per avere un baluardo cristiano in Terrasanta. La massa delle donazioni ed elargizioni tu tale che Hugues di Payns dovette lasciare in Francia parecchi confratelli che fossero in grado di amministrare l'enorme patrimonio acquisito, onde far fronte alle grosse spese delle campagne di guerra in Terrasanta.

Importantissima (anzi vitale) fu la bolla "Omne datum optimum" del 1139, di papa Innocenzo II che concesse all'Ordine la totale indipendenza, compreso l'esonero dal pagamento di tasse e gabelle, oltre alla direttiva secondo la quale l'Ordine non doveva rendere conto a nessuno del suo operato, tranne che direttamente al Papa. Diventò un organismo a parte con una posizione molto privilegiata. Aggiungerei anche scomoda per molti regnati.. il fatto di avere una potenza come quella Templari all’interno dei proprio domini non è proprio un bene per l’autorità! Ma all’inizio una simile idea neanche sfiorava le menti dei Sovrani, tutti erano dediti e riconoscenti ai Templari, anzi, era un onore avere nei propri possedimenti una maggione Templare! Solo più tardi, con il graduale decadimento della spiritualità e il costante aumento dell’importanza del denaro e del potere, qualcuno iniziò a provare un sentimento di invidia verso i Templari, fino ad arrivare all’atto di Filippo il bello, di cui però parlerò più tardi…

Hugues tornò a Gerusalemme con un gran numero di reclute, che divennero perfetti cavalieri templari combattenti, grazie alla vita comunitaria che conducevano, alle preghiere ed agli allenamenti durissimi… saldi nel corpo e nello spirito.

I Templari non furono protagonisti solo in TerraSanta: quando le orde mongoliche minacciarono l’Europa i templari contribuirono non poco alla sua difesa, che trovò provvisoria soluzione con la battaglia di Liegnitz nel 1241. Nella penisola iberica stettero parimenti in prima linea, i sovrani di Spagna e Portogallo difficilmente avrebbero conseguito le loro vittorie senza i Templari, non invano affidarono loro le proprie fortezze più munite e li ricoprivano di munifici donativi.

Le Crociate avevano un costo altissimo, sia per gli armamenti, per il viaggio, per la costruzione di fortezze, e questa spesa non poteva essere affrontata dai soli Templari, che nei loro monasteri si dedicavano per lo più alla coltivazione e all’allevamento, per raggiungere i loro scopi c’era bisogno di ben altro. Le ricchezze ottenute dai Templari furono impensabili e loro stessi furono bravi a gestirle: non lasciavano il denaro in eccesso a marcire in buie stanze, ma lo investivano in maniera redditizia, soprattutto facendo servizio di tesoreria per nobili e re e prestando il denaro, certo, da Cristiani non potevano chiedere interessi, ma sapevano come non subire danni con tariffe di prestito. Sfido chiunque ad azzardare la critica “non dovevano chiedere interessi di alcun genere”, perché in tal caso l’accusatore dovrebbe andare su un bel dizionario a cercare la parola “inflazione” e rendersi conto della perdita di valore reale che ha la moneta con il passare del tempo.

Gli affari che svolgevano erano soprattutto di quattro categorie:
1-deposito tributi e somme di denaro di un principe votatosi alla Crociata
2-Trasferimento in TerraSanta di dette somme
3-riscossione delle decime Pontificie per le Crociate
4-prestiti a principi o nobili, che motivassero tale bisogno di denaro con pii motivi.

Una piccola curiosità che voglio dirvi: a loro è dovuta anche l’invenzione dell’assegno! O meglio, del Travel Cheque, che è comunque un assegno. Per esempio i pellegrini che si volevano recare in TerraSanta, ma avevano paura di essere rapinati, potevano lasciare denari in una qualsiasi maggione templare e ricevere una quietanza di riscossione; all’arrivo in TerraSanta portavano la quietanza nella maggione e tornavano in possesso della somma di denaro lasciata prima della loro partenza.

Questo aspetto finanziario dell’Ordine però non deve portare ad una visione negativa dell’Ordine! Non erano strozzini senza scrupoli o financial manager in cerca del massimo profitto! Le loro tariffe di prestito erano la metà degli interessi richiesti dalle banche fiorentine, l’elemosina era una delle attività più importanti dell’Ordine ed era sempre molto munifica. Non mancarono mai di sfamare gli affamati con mense per i poveri e adibirono ospedali per i malati e gli invalidi, nonché centri di accoglienza per i pellegrini in TerraSanta. Come si può vedere investirono molto bene i loro averi, anzi, non c’era modo di investirli meglio!

Un aspetto da notare è la gerarchia, l’assoluto rispetto per i superiori, esistevano i Marescialli, Precettori, i Balivi, i Priori, i Gran Priori. Era una organizzazione perfetta, visto che ognuno per la gestione interna era totalmente indipendente dall'altro, e ognuno doveva rendere conto al suo superiore diretto, fino ad arrivare al Gran Maestro che era il "primus inter pares". Quando moriva un Gran Maestro, il Maresciallo convocava i Dignitari, tra i quali veniva nominato un Gran Commandatario, il quale formava un consiglio di 12 Templari che dovevano procedere alla elezione del nuovo Gran Maestro. Erano 12, in quanto 12 erano gli Apostoli di Gesù.

La situazione in TerraSanta comunque non era delle migliori, un incredibile condottiero islamico dominava la scena: Zengi, un uomo che riuscì a riunire gli sceiccati mettendo assieme un formidabile esercito di oltre 100.000 uomini pronti a tutto pur di riconquistare le terre una volta loro. Zengi iniziò fra i musulmani la predicazione della "jihad" o guerra santa, incitandoli alla riconquista dell'intero Oriente. Alla testa del suo esercito, nel 1128 si impadronì di Aleppo e il Principato di Antiochia, fino a conquistare nel 1144 Edessa e tutta la sua Contea.

La caduta di Edessa provocò un grande scalpore in Europa Baldovino III chiese al Papa Eugenio III di bandire un'altra crociata, cosa che avviene il primo dicembre 1145 con le relative bolle pontificie.

San Bernardo di Chiaravalle girò l’Europa infiammando le folle e i Re (tra cui Corrado III di Germania, che inizialmente non voleva partire). Le truppe Crociate quindi partirono, ma separate, i francesi via mare, mentre i tedeschi via terra, per evitare pericolose gare di abilità tra i due eserciti. Quest’ultimi nel bel mezzo delle montagne furono attaccati e quasi completamente distrutti dall'esercito turco selgiuchida, tanto che i crociati persero i nove decimi degli effettivi, e si ritirarono fortunosamente a Nicea, dove attesero l'esercito francese condotto da Luigi VII. I francesi arrivarono insieme ai Templari e al loro Gran Maestro Everardo di Barres, ma furono subito attaccati dai musulmani e non riuscirono a trovare un sicuro riparo nella città di Laodicea. In questa occasione fu fondamentale l’esperienza che i Templari avevano acquisito negli anni passati in TerraSanta: la loro conoscenza dei luoghi, del terreno ed in generale in Know-how del luogo gli permisero di portare in salvo Luigi VII e gli eserciti Crociati. Dopo molte peripezie (non è questa la sede per dilungarmi) si ritrovarono a Gerusalemme Luigi VII, Corrado III, Il Gran Maestro Templare, quello degli Ospitalieri e quello dei Teutonici, che insieme presero la decisione di attaccare e conquistare Damasco. Gli eserciti Crociati vennero schiacciati da Nur-Ed-Din (successore di Zengi) e dal suo esercito che non risparmiarono nessuno. La seconda Crociata finiva in un lago di sangue.

A questi eventi seguì un periodo di relativa pace. Ma durò poco. Sal-Hal-Din più noto come Saladino riorganizzò l'esercito musulmano, portandolo ad oltre 200.000 uomini, con i quali attaccò il Cairo, sbarazzandosi del visir Shawar, ormai amico dei cristiani, e rivolgendosi direttamente contro Gerusalemme. Tutto il mondo musulmano si unì a Saladino contro i cristiani nel 1174.

Nel novembre 1174 Saladino entrava a Damasco, ed il 9 dicembre dello stesso anno entrava ad Homs, per poi proseguire per Aleppo, che venne assediata il 30 dicembre. Nel 1178, Baldovino fece costruire una fortezza, chiamata "Guado di Giacobbe", che fu affidata ai Templari.

Tutto sembrava calmo, ma nel febbraio del 1179 Saladino attaccò ed invase la Galilea, senza però tener conto della resistenza della fortezza templare del "Guado di Giacobbe", che non cadde, ed impedì a Saladino di raggiungere Gerusalemme. Ma non era finita qui: il 10 giugno 1179, presso Mesaphat, l'esercito cristiano di Raimondo III ed i Templari si scontrarono con i 200.000 uomini dell'esercito musulmano. Fu un massacro, tanto che Saladino poi conquistò il Guado di Giacobbe, giustiziando tutti i templari di stanza nella fortezza, e prendendo prigioniero il Gran Maestro, Oddone di Saint Amand, che però non volle che fosse pagato nulla per il suo riscatto, e finì i suoi giorni morendo di fame e di stenti nel carcere di Damasco.

Nel 1187 Rinaldo di Chatillon marcia verso Medina e La Mecca, con l'intento di appropriarsi della "pietra nera", simbolo sacro musulmano. Quest'atto di pirateria scatena le ire degli arabi, e Saladino raduna ed organizza il più grande esercito che si sia mai visto: fra cavalieri, arcieri e fanti, oltre 300.000 uomini erano agli ordini del condottiero musulmano.
La vera battaglia si svolse ai corni di Hattin il 4 Luglio 1187. L'esercito Crociato dopo vari giorni di dura marcia e senza acqua (l'unica risorsa d'acqua era presidiata dai musulmani) si scontrano con l'esercito di Saladino. Non starò qui a descrivere la battaglia (che sarà invece dettagliatamente raccontata nella sezione “Crociate”), però Saladino riuscì ad accerchiare l'esercito Cristiano che fra l'altro non aveva un'unica guida, ma ogni reggimento aveva un suo capo. Gli Ospitalieri erano guidati da Ruggero di Les Moulins, i Templari da Ridefort e le altre truppe Cristiane da Rinaldo di Chatillon e da altri Baroni; così diviso l'esercito Cristiano perse molto in efficacia e se ci si aggiungono la stanchezza e la sete si capisce bene perchè i Cristiani furono duramente battuti.
Gli arcieri a cavallo musulmani riuscirono fin troppo bene a tenere a bada la fanteria Cristiana, mentre la fanteria di Saladino ebbe l'arduo compito di reggere le devastanti cariche della Cavalleria pesante europea, subirono, infatti, pesantissime perdite. La battaglia durò diverse ore, ma alla fine, con la graduale perdita di consistenza delle cariche della cavalleria pesante, i musulmani ebbero la meglio... l'esercito Cristiano fu duramente battuto e soltanto in pochissimi si salvarono: tra questi c'era Ridefort. Da ricordare che il Gran Maestro degli Ospitalieri aveva sconsigliato di attaccare, ma di concentrare tutto l'esercito su un fronte e cercare di sfondare per scappare da quella fin troppo ovvia trappola mortale; Ridefort rispose sprezzante al Gran Maestro degli Ospitalieri:"Amate troppo la vostra bionda testa per temere di perderla in battaglia". Il cavaliere di San Giovanni rispose: "Io morirò in battaglia da uomo coraggioso, ma sarete voi a scappare come un coniglio ed un traditore". Ed infatti così fu!
Devo ammettere che questo presunto attacco alla Mecca per impossessarsi della Pietra Nera si discosta dall’ideologia Templare, ma bisogna dire che Ridefort riuscì ad essere nominato Gran Maestro solo grazie alle sue abili manovre politiche ed ai suoi raggiri. Ridefort venne poi ucciso da Saladino in persona qualche tempo più tardi.

Questa sconfitta portò a non poche ripercussioni per i Regni Cristiani in TerraSanta. Fra l’altro si racconta anche che in questa battaglia fu persa per sempre la Vera Croce, che cadde in mani musulmane.
Eliminato il grosso dell'esercito Cristiano Saladino aveva ormai la strada aperta verso Gerusalemme.
Una dopo l'altra, cadono in mano araba Tiberiade, Acri, Nablus, Giaffa, Sidone ed Ascalona. Rimaneva Gerusalemme. Dopo alcune settimane di assedio, il 2 ottobre 1187 la Città Santa cade nelle mani di Saladino. La crociata che ne seguì, guidata dal famoso Riccardo Cuor di Leone e da Federico Barbarossa (che morì annegato prima di arrivare in TerraSanta) si risolse soltanto con un patto con i musulmani che lasciarono una striscia di terra sul mare ai Cristiani da Tiro a Giaffa, come porto per lo scalo dei pellegrini. La città Santa era però in mani musulmane e Saladino fece abbattere tutte le croci ed in generale i segni Cristiani nella città, sostituendoli con mezzelune e simboli sacri all’islamismo. Saladino però si mostrò magnanimo con la popolazione di Gerusalemme che non venne massacrata, ma venne risparmiata, anche se dietro il forte pagamento di un riscatto.

Ad aggravare la cosa intervennero anche i mongoli che, oltre ad attaccare l’Est Europeo, si scagliarono anche contro la TerraSanta e nel 1244 le truppe mongole insieme a quelle egiziane entrarono a Gerusalemme, dopo aver abbattuto la resistenza di Templari e Ospitalieri che si dimostrarono delle vere e proprie macchine da guerra, tenendo in scacco l’esercito mongolo per molto tempo, prima di cadere; si salvarono solo 33 Templari, 26 Ospitalieri e 3 Teutonici. A questo attacco rispose il papa Innocenzo III che bandì una nuova Crociata. I Templari e gli Ospitalieri poterono ancora dimostrare il loro coraggio, soprattutto nella battaglia di Al-Mansura (1250), ma anche questa volta la Crociata finì per essere un massacro e si concluse con un nulla di fatto.

Gli eserciti Crociati e gli Ordini Cavallereschi avevano subito moltissime perdite in queste battaglie; bisogna dire che ai musulmani inizialmente venne proposta un’alleanza dai Cristiani contro i nemici comuni, cioè i mongoli. I musulmani rifiutarono e aspettarono il momento propizio, cioè l’indebolimento dei due eserciti (cristiano e mongolo), per attaccare. Dopo la caduta di Gerusalemme e di tutto il regno, il 6 aprile 1291 Acri fu assediata da oltre 50.000 uomini. La guarnigione templare tenne duro: il 18 maggio tutta Acri era in mano musulmana, tranne la fortezza dove si erano arroccati gli ultimi 150 Templari. Tennero testa a tutti gli attacchi per dieci giorni, fino a quando i musulmani non riuscirono a forzare le difese, sfruttando anche il loro numero elevato. Morirono tutti quanti, tranne una decina che scamparono… per finire di lì a poco in mano ai carnefici francesi.

[color="#8B0000"]MISTERI DEI TEMPLARI
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Questo è veramente un bell’argomento, tanto bello quanto difficile da trattare. Nel corso degli anni infatti si sono venute a creare moltissime leggende intorno ai Templari e quindi dire qual’ è la “linea di confine” (per citare un famoso programma televisivo) tra verità e leggenda risulta un compito difficilissimo. Io proverò a farlo, ma le conclusioni dovranno essere a vostra discrezione.

Cominciamo dall’inizio: dall’origine del fantastico tesoro dei Templari. Certo, era formato anche da oro, monete, oggetti d’arte e quant’altro, ma c’era anche qualcos’altro, qualcosa di mistico e di antico.

Bisogna partire dall’anno 70 D.C. quando sotto il regno dell'imperatore Tito, i romani assaltarono il Tempio di Salomone e lo saccheggiarono, uccidendo tutti quelli che trovarono al loro interno, e portando via, il tesoro là custodito. Ma alcuni sacerdoti, prima dell'assalto delle truppe romane, erano stati avvertiti del pericolo imminente, ed allora pensarono di nascondere quello che per il popolo ebraico vi era di più sacro nei sotterranei del Tempio, inaccessibili in quanto pieni di labirinti e di trappole. Lo stesso costruttore del Tempio era uno degli ingegneri più importanti dell’epoca e costruì sotto il Tempio la famosa stanza “Sancta Sanctorum” dove Salomone nascose il suo tesoro. Si dice che i romani non trovarono questa stanza e i sacerdoti fecero una specie di inventario su quello che c’era custodito. Il tesoro era composto da reliquie sacre di non poco conto, come l’Arca dell’Alleanza, la Vera Croce, la Sindone, il Graal, la Menorah (il candeliere a sette braccia completamente d’oro) suppellettili, vasi d'oro e di bronzo, pezzi di colonne, ma soprattutto tanti, tantissimi documenti, in papiro o in fogli di rame, antichissimi sui quali vi erano scritti dei segreti che era possibile rivelare solo a pochi eletti con informazioni di capitale importanza per capire profondamente delle dottrine cristiane ed ebraiche.

Alcuni di questi sacerdoti riuscirono però a sfuggire alla strage perpetrata dalle truppe romane, proprio nascondendosi in questi sotterranei e poi, non potendo più rimanere in Palestina, partirono raggiungendo l'Europa, sparpagliandosi per il continente. Essi formarono nuclei familiari, che si tramandarono di padre in figlio quello che consideravano "il segreto del Tempio". Per ogni famiglia, ad ogni primogenito veniva svelato, al momento della maggiore età, questo segreto, e solo a lui. Ovviamente queste famiglie erano di ceppo ebraico, ma con l'andare dei secoli ci fu una vera e propria "cristianizzazione" di questi nuclei, che rimasero comunque sempre in contatto, e formarono una specie di confraternita che venne chiamata "Rex Deus".

Questa organizzazione si portò dietro il segreto per secoli, finché non colse l’occasione di tornare in TerraSanta a riprendersi ciò che era loro con la prima Crociata, quella di Goffredo di Buglione.

I Templari infatti, oltre a svolgere con diligenza il loro scopo di difesa dei pellegrini (i tributi pagati in sangue ne sono una prova schiacciante), iniziarono anche il recupero di questi reperti e a dimostrarlo sarebbero gli scavi da essi cominciati nella spianata del Tempio di Salomone, dove venne aperto un pozzo di oltre 20 metri di profondità.

In tutta la Francia sorsero, in brevissimo tempo (tra il 1200 e il 1250), chiese particolari, in uno stile che fino ad allora era sconosciuto: le grandi cattedrali in stile gotico. Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. Uno stile incredibile, quello gotico, tutto proteso verso l'alto, con un sistema di spinte e controspinte straordinario, una tecnica costruttiva che a quel tempo era veramente rivoluzionaria. Come avranno fatto i Templari a progettare e costruire queste cattedrali che, nonostante le loro migliaia di tonnellate di peso, sembrano leggerissime e tali da sfidare la legge di gravità?

I piani di costruzione e tutti progetti originali di esecuzione di queste cattedrali non sono mai stati trovati. Le opere murarie erano fatte con una maestria eccezionale. Per i tecnici, come gli architetti, ad esempio, possiamo vedere come i contrafforti esterni esercitano una spinta sulle pareti laterali della navata, e così facendo il peso, anziché gravare verso il basso, viene come spinto verso l'alto, e tutta la struttura appare proiettata verso il cielo.

Le Cattedrali inoltre sono tutte poste allo stesso modo: con l’abside rivolto verso est (cioè verso la luce), sono tutte dedicate a Notre Dame, cioè alla Vergine Maria e se unite insieme formano esattamente la costellazione della Vergine. Curioso no?

Nella parte nord delle cattedrali ci sono molto spesso immagini di demoni e nella cattedrale di Amiens c’è addirittura un Pentalfa, cioè una stella a 5 punte rivolta verso il basso, che è una simbologia esorcizzatoria.

Le cattedrali poi sono STRACOLME di segni e di messaggi che sono stati lasciati dai Templari, che soltanto in pochi sono in grado di comprendere, perché criptati. Questo è dovuto al fatto che i templari erano di vocazione giovannita, cioè cultori e interpreti del più ermetico dei quattro Vangeli, propensi a una lettura più simbolica che letteraria delle verità della fede.

Il fantastico tesoro templare, fu spostato dal Tempio di Gerusalemme in Francia nel 1160, in quanto si riteneva che la TerraSanta non era più sicura. A spostare il tesoro fu il Gran Maestro Bertrand de Blachefort che era originario ed aveva possedimenti vicino a Rennes-le-Chateau, dove si dice che fu spostato TUTTO il tesoro Templare, ma ipotesi più accreditate lo posizionano a Parigi, nelle stanze segrete dell’imponente fortezza dei Templari, che svettava sulla città con le sue sette torri. Di questa fortezza oggi non rimane quasi niente, solo una stazione del metrò ricorda questa antica costruzione che fu adibita a carcere durante la rivoluzione francese e nei primi anni del 1800 fu completamente distrutta. Comunque la maggiorparte del tesoro si trovava a Parigi.

Filippo il Bello nell’assalto dell’alba del 13 Ottobre 1307 (data in cui il Re di Francia mise sotto arresto in una sola volta tutti i Templari di Francia, con l’accusa di eresia. Vedi la sezione “Il Processo Infame”) riuscì a prendere solo i Templari, non il loro tesoro, in quanto i Templari sarebbero stati informati in tempo dell’imminente agguato ed avrebbero così messo in salvo il loro tesoro (o almeno la maggiorparte), nascondendolo in carri coperti di fieno che poi si sarebbero diretti verso Ovest, precisamente verso il porto di La Rochelle, dove era ancorata la maggiorparte della flotta Templare. A tal proposito si pensa che questa parte del Tesoro sia poi finita in America, in quanto si ritiene che i Templari avessero scoperto l’America molto prima di Colombo. Ci sono delle ipotesi che sostengono tale tesi: 1) il fatto che il principale porto Templare e quello più collegato con l’entroterra fu La Rochelle, strano, visto che La Rochelle si trova ad Ovest della Francia, sull’oceano… a cosa serviva ai Templari un porto sull’oceano se i loro viaggi erano rivolti verso la TerraSanta? Da qui l’ipotesi che le flotte Templari avessero anche altre destinazioni. 2) Quando Colombo arrivò in America con le caravelle le cui vele erano Templari (bianche con una croce scarlatta al centro) gli indigeni mostrarono di aver già visto quel simbolo e si mostrarono fin troppo amichevoli, in più quando Colombo tornò disse che gli indigeni avevano le orecchie stranamente grandi, guarda caso nella Cattedrale di Chartres ci sono bassorilievi raffiguranti persone poco vestite e con orecchie grandissime (per tornare al discorso dei libri di pietra che lasciarono i Templari). 3) Molti Templari erano stati reclutati tra normanni, bretoni, scozzesi e norvegesi, discendenti dei Vichinghi i quali a loro volta sono “indagati” per il fatto di aver scoperto anche loro l’America ben prima di Colombo. 4) i Templari sapevano perfettamente che la terra era rotonda non piatta come si pensava che fosse allora. Di questa affermazione si hanno prove nei famosi libri di pietra dei Templari, nella cattedrale di Chartres, le cui misure sono esattamente in proporzione con le misure dell'equatore e del raggio terrestre. Cristoforo Colombo per il suo viaggio consultò i cartolari di Calatrava, guarda caso redatti dai templari. 5) Si dice che sia stato trovato una tomba in America con dentro un Templare, con tanto di spada, elmo e cotta di maglia! (Attenzione: questo l’ho solo sentito dire da altre persone, non ho letto niente a riguardo e non ho uno straccio di riferimento bibliografico o documento, quindi prendetelo con i guanti!).

[color="#8B0000"]IL PROCESSO INFAME
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Bisogna ammettere che il processo contro i Templari, svoltosi nei primi anni del XIV secolo, fu una delle più grandi tragedie della storia della Chiesa.

Il Re di Francia Filippo IV il Bello fece arrestare più di mille cavalieri, ne fece torturare la stragrande maggioranza e molti finirono sul rogo, fra cui anche l’ultimo Gran Maestro Jacques (o Giacomo) de Molay. Le accuse rivolte contro i Templari erano false e le confessioni estorte con atroci torture. I cavalieri non erano né migliori ne peggiori degli altri Ordini Monastici dell’epoca, soltanto che il Re di Francia, il Re Falsario aveva bisogno dei loro denari e dei loro possedimenti, perciò lui e i suoi ministri escogitarono le fandonie sulla colpevolezza dell’Ordine per poterlo annientare.

Il Papa di allora, Clemente V in un primo momento si oppose a questo atto che veniva meno a ogni forma di diritto, ma alla fine (per motivi che spiegherò nel corso dell’esposizione) dovette cedere e sospese l’Ordine per via amministrativa.

I Templari erano innocenti, restarono fedeli persino ad una Chiesa che li perseguitava, difesero il loro nome malgrado le torture e i roghi, si rivelarono i Cristiani migliori, più santi dei Cardinali e del Papa che si piegarono vilmente ad un’autorità statale iniqua. Restarono figli della Chiesa, non uno di loro morì per un credo ereticale.

Quindi non si dovrebbe oggi abrogare la bolla di Clemente V che sospendeva l’Ordine Templare? La Chiesa dovrebbe riparare allo sbaglio di quell’antico e purtroppo debole Papa. Difficilmente oggi l’Ordine Templare può tornare al suo antico splendore, ma almeno in linea di principio dovrebbe sussistere di nuovo il diritto di portare la croce dei Templari.

Associazioni Templari effettivamente oggi esistono, ma siccome la Bolla di Clemente V è purtroppo ancora valida, queste persone potrebbero incorrere nella scomunica, anche se secondo me sarebbe molto sciocco scomunicare chi viene meno ad una misura così sbagliata.

Tutta la vicenda ha inizio nel 1305, quando un certo Esquiu De Floryan si presentò al sovrano di Spagna Jaime II con una storia stupefacente: diceva di essere stato nelle carceri di Béziers in compagnia di un Cavaliere Templare cacciato dall’Ordine che gli aveva raccontato le inaudite atrocità che venivano compiute: si rinnegava Cristo all’atto di essere accettati nell’Ordine, si sputava sulla Croce, si praticava la sodomia e si adorava un idolo.
De Floryan raccontò questa storia a Jaime II perché sapeva che il Re aveva buoni motivi per avercela con i Templari, non gli andava troppo a genio avere all’interno dei suoi confini un secondo potere oltre lo Stato con una tale influenza, inoltre avevano le più possenti fortezze del Regno e facevano i migliori affari. Jaime II però ritenne opportuno non intraprendere azioni contro gli onnipotenti Templari, anche perché la pia popolazione spagnola non avrebbe mai perdonato al suo Sovrano una simile azione contro i migliori Cristiani dell’epoca e la Chiesa!
Jaime II consigliò però a De Floryan di rivolgersi a Filippo IV di Francia che aveva una certa esperienza in lotte contro la Chiesa grazie anche al suo scaltro consigliere: Guglielmo di Nogaret che aveva già arrecato gran danno alla Chiesa con lo “schiaffo di Anagni” a Bonifacio VIII, il quale non trovò pace neanche nella morte: Nogaret fece riesumare il cadavere e lo processò per eresia, accusandolo di una serie di crimini che solo la fantasia di un visionario poteva cacciare fuori, sentite qua: simonia, raggiri, assassinio del suo predecessore, magia e ateismo professo. De Floryan alla fine riuscì ad incontrarsi con Nogaret che percepì immediatamente quanto quelle informazioni che gli venivano date fossero ad alto potenziale esplosivo. Ormai era specializzato a saccheggiare beni ecclesiastici e annientare un Ordine per il vile denaro non lo preoccupava minimamente. Inoltre aveva forse un motivo in più per agire contro i Templari: i Cavalieri avevano denunciato all’Inquisizione come cataro suo nonno che era stato così bruciato sul rogo… forse aveva anche una certa voglia di vendetta. Certo però che, come fa un uomo scomunicato da TRE Papi (Nogaret) ad accusare qualcun altro di eresia? Mah, misteri…
Per il momento però aveva in mano ben poco per accusare un intero Ordine, aveva soltanto le affermazioni di un pregiudicato, un testimone quindi abbastanza inattendibile, per giunta anche espulso dall’Ordine. Un po’ pochino…
C’era soltanto una soluzione per ottenere prove sicure ed innegabili della colpevolezza dell’Ordine: TUTTI i Templari dovevano essere sottoposti a tortura e dovevano essere costretti a firmare le deposizioni con il riconoscimento della loro colpevolezza.

Così il 14 settembre 1307 venne deliberato l’arresto dei Templari e già il 22 dello stesso mese giungevano ai procuratori del Regno i decreti che ordinavano di tenersi pronti con tutti gli uomini in armi per l’alba del 13 Ottobre.

I decreti prevedevano che, dopo l’arresto, bisognava stabilire la verità ad ogni costo, anche ricorrendo alla tortura; a chi rilasciava le confessioni sul verbale andava promessa la piena assoluzione (!!!), coloro che negavano andavano minacciati di morte!!!

Fu presentata ai Templari una lunga lista di misfatti che da tempo sarebbero stati abituali nell’Ordine. A chi confessava veniva promessa la libertà, il perdono e una pensione ordinaria attinta dai beni dell’Ordine !!!!. Si doveva soltanto adempiere alla piccolissima formalità di sottoscrivere le proprie affermazioni di colpevolezza sotto giuramento. Chi invece si intestardiva col negare le accuse veniva invece messo alla ruota, una, due, tre volte al giorno, finché non confessava ….. o moriva. Non tutti ce la fecero a sopportare le torture e molti firmarono i documenti con le mani insanguinate.

Il procedimento adottato fu il seguente: si iniziava a cercare di convincere l’accusato a confessare spontaneamente con la promessa del perdono e con una rendita a vita; se l’accusato non si piegava bisognava iniziare a calcare la mano con forti restrizioni alimentari (pane e acqua); se anche questo non dava il risultato sperato si doveva riferire all’accusato che il grosso dei Cavalieri aveva già confessato, di sua spontanea volontà e senza costrizioni; se anche ciò non bastava andavano minacciati di tortura, mostrando loro tutti gli strumenti che sarebbero stati usati… l’ulteriore fase era la tortura vera e propria. Gli strumenti che venivano usati erano i più disparati, in questa sede non mi dilungherò e vi rimando alla sezione “Torture” dell’articolo “La Santa Inquisizione” scritto in maniera eccelsa da Ostri.

I più importanti capi d’accusa furono: aver rinnegato Cristo, aver sputato sulla Croce, sodomia e idolatria.

La storia ci conferma senza ombra di dubbio che l’aver rinnegato Cristo e aver sputato sulla Croce sono due accuse altamente insostenibili! I Templari fatti prigionieri durante le Crociate spesso si rifiutavano di rinnegare il Redentore per avere salva la vita! Furono massacrati senza pietà dai musulmani che per loro non si aspettavano mai di ricevere un riscatto! Anche allora avrebbe dovuto impressionare il fatto che qualche anno prima a San Giovanni d’Acri furono uccisi circa 500 Templari che morirono per salvare la vita agli altri Crociati fungendo da retroguardia, ma anche per quel Cristo che ora li si accusava di rinnegare! Per non parlare di tutti gli anni in cui combatterono in TerraSanta insieme ai Crociati, lasciando sul campo migliaia di uomini, per difendere il nome di Dio. Come si può accusarli di rinnegarlo? Avrebbero sacrificato tante vite per cosa?

Anche la sodomia è una pura invenzione, come l’idolo, di cui stranamente Nogaret non presentò nessuna prova al Processo.

Le accuse si basavano molto sul fatto che il rito d’entrata nell’Ordine era segreto, quindi le fantasie degli accusatori si scatenarono e inserirono in quel rito tutte le eresie e i reati possibili di quel tempo.

Papa Clemente apprese la notizia molto tardi e solo dalla propria cerchia, come dire dai giornali! Soltanto il 27 Ottobre fece una protesta scritta, criticò il Re aspramente, in modo assai più severo di quanto fosse sua consuetudine.

Gli interrogatori intanto continuavano in tutta la Francia e l’accertamento da parte del Papa sulla colpevolezza dell’Ordine andava veramente a rilento! Il Papa non fece niente fino al 12 Agosto 1308, quando emise la bolla “Faciens Misericordiam” che destituiva i tribunali civili e li sostituiva con dei tribunali ecclesiastici, formati da Vescovi, in quanto solo la Chiesa poteva dire l’ultima parola sulla colpevolezza o no dei Templari. Si intravedeva quindi per i Templari una schiarita all’orizzonte, ma le loro speranze di giustizia furono spazzate via quando scoprirono che il Tribunale di Francia era collocato a Parigi, dove il Re aveva il suo maggior potere e dove “les Gens du Roi”, il corpo di polizia del Re poteva facilmente rintracciare e minacciare chiunque avesse voluto testimoniare in favore dei Templari, inoltre la corte era composta di vescovi che erano sotto il più completo controllo del Re (addirittura uno era suo parente) e come ciliegina sulla torta il “caro” Nogaret assisteva a tutti gli interrogatori e a tutte le udienze, mentre il processo avrebbe dovuto avere in aula soltanto i Templari e la giuria.

Con queste scelte (luogo e giuria) Clemente V aveva definitivamente consegnato i Templari nelle mani del loro nemico, Filippo il Bello.

La reazione dei templari fu immediata, ma Jacques De Molay intervenì, ordinando ai suoi cavalieri di deporre le armi e di lasciarsi arrestare, sicuro che il Papa sarebbe senza meno intervenuto in loro difesa. I cavalieri arrestati, fra cui lo stesso De Molay, furono tratti in catene nei sotterranei della Fortezza del Tempio di Parigi. Questa mossa suscitò le ire del Papa, che inviò al re una lettera di riprovazione con l'ordine di lasciare liberi i Templari, e nello stesso tempo i regnanti d'Europa, fra cui Edoardo II d'Inghilterra e Giacomo II d'Aragona presero le difese dei Templari, chiedendo con forza la liberazione dei Templari. Ma Filippo IV fu sordo a tutti i richiami, ed all'inizio di ottobre 1307 il re di Francia nomina Guglielmo Imbert Grande Inqusitore di Francia, ponendolo di fatto a capo assoluto del Tribunale dell'Inquisizione francese. Uomo di grandi doti e grande ingegno, era anche di una ferocia inaudita. Iniziò ad interrogare i cavalieri in carcere, sotto le più terribili torture e le più grandi sofferenze. Sotto queste torture, i cavalieri cominciarono a confessare le cose più inaudite, fra cui lo sputo sulla croce, l'apostasia, le pratiche sessuali e quant'altro era stato partorito dalla fervida mente di Nogaret. Difatti i cavalieri non stavano confessando quello che era verità, ma quello che veniva detto loro di confessare per avere salva la vita e non patire più sotto gli strumenti di tortura.

Venivano usate tutte le macchine di tortura più sofisticate, gli allungatoi, le sedie chiodate, gli stringigola, i rulli chiodati, gli stenditoi, acqua ed olio bollente e così via. Come potevano i cavalieri non ammettere, sotto queste torture quello che i loro aguzzini volevano? Moltissimi cavalieri, dotati di coraggio sovrumano, non parlarono e non ammisero mai quello che non era vero, e morirono sotto le torture.

A queste atrocità fu sottoposto anche Jacques De Molay, al quale fu detto che se voleva salva la sua vita e quella dei cavalieri del suo Ordine, doveva ammettere quel che gli veniva chiesto. Molay, solo per salvare non lui, ma i suoi cavalieri, ammise le menzogne il 24 ottobre 1307, davanti alla commissione nominata dall'Università di Parigi. Questa pubblica confessione che De Molay fece, obbligò il Papa ad agire, anche se di controvoglia. Così, il 22 novembre 1307, Papa Clemente emette una bolla, la "Pastoralis Praeminentiae", nella quale si ordina l'arresto di tutti i cavalieri templari e che i loro beni fossero messi sotto sequestro e sotto tutela della Chiesa.

Tale ordine era anche per gli altri sovrani d'Europa, non solo per la Francia. Quindi i regnanti europei, in conformità a quanto disposto dal Papa, procedettero agli arresti ad agli interrogatori ma, mentre in Francia continuavano a perpetrarsi orrori ai danni dei cavalieri, le cose negli altri regni d'Europa, nessuno escluso, andarono ben diversamente. Per fare un esempio, nel regno di Aragona i Templari si chiusero nei loro castelli e si difesero, mentre lo stesso re d'Aragona proclamava l'innocenza dell'Ordine. Anche a Cipro i Templari si difesero, e le truppe reali dovettero fare marcia indietro. In Germania tutti i cavalieri, dopo gli interrogatori, furono prosciolti dalle accuse e portati anzi agli onori delle folle, mentre in Portogallo in sovrano regnante, Dionigi detto "il giusto", fondò un nuovo Ordine, la Cavalleria di Cristo, di cui lui stesso fece parte e dove fece confluire tutti i Templari del regno. In Italia, nelle zone non controllate dal dominio francese, i Templari furono completamente scagionati e liberati. In Inghilterra il re non prese neanche in considerazione l'ipotesi di un arresto di massa.

Si andò avanti fra torture e quant'altro fino al novembre 1309, quando Jacques De Molay chiese ed ottenne di essere ascoltato dalla commissione pontificia. Il vecchio gran maestro respinse tutte le accuse, chiedendo di essere ricevuto direttamente dal Papa, ma questo suo buon diritto gli venne negato.

L'arcivescovo di Sens e Parigi era morto, quindi occorreva nominare un successore: Filippo IV riesce ad ottenere dal Papa la nomina di Filippo di Marigny, arcivescovo ma anche grande amico e fidatissimo del re di Francia. Senza colpo ferire, Marigny chiude a Parigi l'inchiesta sui templari rinchiusi nelle prigioni sulla Senna ancora prima che la commissione pontificia si pronunci, e con un atto insensato quanto feroce il 10 maggio 1310 condanna al rogo 54 templari.

Il Papa, dopo aver ascoltato il concilio, per evitare ulteriori spargimenti di sangue ed altre guerre fratricide, emette la bolla "Vox in Excelso" anche detta "Vox Clamantis", dove sospende l'Ordine da qualsiasi attività, non dichiarando tuttavia lo scomunica definitiva dello stesso.

La bolla papale prevede anche che una parte dei beni dei Templari vengano donati agli Ospitalieri di San Giovanni (gli attuali Cavalieri di Malta), una parte vengano incamerati dalla Chiesa ed un'altra parte dati al regno di Francia. Ma ben poca cosa era rimasta del tesoro dei Templari.

Le decisioni del Papa per i Templari furono: coloro che erano stati giudicati innocenti dovevano esser mantenuti con i beni dell’Ordine e potevano vivere nelle loro case o in monasteri, purché non troppi nella medesima casa; coloro che non si erano pentiti o i recidivi andavano severamente puniti e coloro che nonostante le torture continuavano a non confessare dovevano essere giudicati secondo il diritto canonico; i fuggiaschi dovevano presentarsi alle autorità entro un anno.

Filippo non aspettò un momento, il 18 Maggio pronunciò la sentenza di morte e lo stesso giorno gli alti dignitari dell’Ordine furono bruciati vivi sull’isolotto di Pont Neuf, sella Senna, alle spalle di Notre Dame. Per lo spettacolo si radunò una folla sterminata.

Papa Clemente morì quattro settimane dopo e Filippo lo seguì lo stesso autunno!!!

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